mercoledì, febbraio 28, 2007

Premessa:

NIGGER- a black man with a slavery chain around his neck.

NIGGA- a black man with a gold chain on his neck.

Quindi:

Scenario 1

UomoBianco: Hey whassup nigger?


Sciocco errore da parte vostra, a meno che non vogliate farvi crivellare dal suo uzi e poi una volta sopravvisuti incidere un disco.

UomoNero: You better run, fuckin' cracka (cracker=ragazzo bianco)


Sul cracka il ragazzo bianco, con la vocazione per il cavillo e il cervello saturato da slogan ariani, potrebbe ravvisarvi un caso di reverse discrimination.

You know, thats fucked up, you can call me a cracka but I cant call you a nigga.


Scenario 2

Il wannabe bianco usa nigga perlopiù per farsi accettare dalla crew.

UomoBianco: Hey Whasssup nigga?
UomoNero (con una certa apertura mentale): Nothing much dude.
- spallata e seguente lussazione per l'UomoBianco -

UomoNero (facile alla violenza no frills) : "nigga?"
UomoBianco "you know what I mean bro"
UomoNero "you mean I'm a nigger"
UomoNero "Nah man, it ain't like that".


E può finire così:

Black guy punches the white guy.
Black guy gets arrested for assault and released without charges because the white guy is accused of using racial slurs. (that the Black guy uses everyday in his vocabulary with his "brothers").


Per concludere. È preferibile non usare nè l'uno nè l'altro, a meno che voi non siate nigga sul serio o non lo siate stati in passato(vedasi il caso di scuola).

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posted by Upstream at 1:24 PM |


6 Comments:


At 3:28 PM, Anonymous Anonimo

Up: dopo le sane risate al post precedente (risate, precisiamolo subito, che sol io e tu tu e io abbiamo ragion di realizzare), vedo che si torna a cose più "serie".
Scherzi a parte, guarda che la conclusione che hai tirato è assolutamente appropriata Up!

Mi spiego: i termini slang cosiddetti razziali(non per forza racial slurs, le categorizzazioni sono ampie) in america storicamente e socialmente nascono per mano/bocca degli stessi niggaz o niggers, per due ragioni tra loro correlate:
1-identificativa all'interno della propria minorità (nigga/nigger = brother, friend and so on)
2-di conseguenza, distintivo-esclusiva: "io sono un nigga, non sono un bianco".

Ne deduciamo, che solo i "veri" negri hanno ragione di chiamare un altro negro "nigger": è appunto un segno di distinzione (politica, razziale, vedano loro insomma) arbitrariamente adottato in primis tra le sudate e frustate di una giornata nei campi di cotone (diciamo seconda metà Ottocento), nonchè un segno d'orgoglio interrazziale.

"Loro" possono. Se lo fa un white guy, magari il bianco cittadino-metropolitano che la sa lunga ("all the young dudes, carry the news" D.Bowie), la cosa viene presa teoricamente quale offesa. Ed è li che possono saltare seriamente fuori gli Uzi, importati peraltro dai white men. Uzi magari nascosti abilmente nel nigga box (= lo stereo a palla che il nigga porta orgogliosamente in giro ubicato sulla propria spalla pompatissima).

Se ho scritto stronzate, sono quasi pronto a ritrattare.

Valery: [rispondo di qua al tuo tentativo di riabilitarti] Dico solo questo: maschera da Eri Botta. E la questione sarebbe chiusa. Si aggiunga che di recente sono stato ad una festa in maschera e, fatalità, vi scovai un tuo sosia: è stato l'uomo più dileggiato e solitario della serata. Quindi, riquoto Up.
Per quanto riguarda il fascino che la toga (o il gonnellino, sarebbe da chiedere a Gaultier) esercita sulle fanciulle, riparliamone... sono interessato a tutto ciò che può aiutare a concretizzare l'approccio con pheegame.

 

At 5:40 PM, Blogger Upstream

L'espressione ha molte anime. Due quantomeno. Una, forse la primigenia, è quella che hai ben descritto.
Poi ci sono le altre, di carattere squisitamente dispregiativo xenofobo. Riflesso dell'autoghettizzazione? Anche, ma non sempre.

È un circuito complesso secondo me. Nigger come segno d'appartenza ma al contempo come timbro classista di matrice esogena. Uno radicalizza l'altro, l'appartenenza si traduce in autoclassismo, il classismo corrobora il senso di appartenenza.

Poi c'è il nigger innocente e senza risvolti di alcun tipo, come quello usato da alcuni letterati ("ten small nigger" di Agata).

Curioso come come anche all'interno della comunità hiphop non tutti amino l'espressione nigga (vedi i mastodontici public enemy "I don't wanna be called 'Yo Nigga'")

Altri tempi quelli, ora abbiamo 50cent e nigga è quasi glam.

Perchè se non si era capito io sono anche un po' bboy intesi?

 

At 5:52 PM, Blogger Upstream

E visto che ci siamo cut&paste di un dialogo tratto dal film "crash"

The stolen black Navigator screams around the corner into a
barren strip of Los Angles, hip-hop blaring from its
speakers.
ANTHONY (V.O.)
No, you want to listen to music of
the Oppressor, you go right ahead.

PETER
How in the lunacy of your mind is
Hip-Hop "music of the Oppressor??"
ANTHONY
Listen to it! Nigga-this, nigga
that; you think white people walk
around calling each other honkies??
"Hey, Honky, how's business?" "Goin'
great, Cracker, we're diversifying."
Peter punches the radio, a country western singer wails.
PETER
This better? You like this? Man's
singing about lynchin' a nigga.
ANTHONY
And you think there's a difference?
PETER
(singing)
"Gonna buy me a rope, and lynch me
a niggaaaaaaa..."
ANTHONY
You got no idea where Hip-Hop comes
from, do you?

 

At 8:55 PM, Anonymous Anonimo

"Altri tempi quelli, ora abbiamo 50cent e nigga è quasi glam"

Si aggiunga che senza nigga, rischi di essere dannatamente out oggi. Io e Butel2 è una vita che diciamo che "L'uomo de colò, nun ce pò mancà!", fosse per noi lo inscatoleremmo a nostro seguito ad ogni evento o pseudo-evento non evento.

Per le precisazioni linguistologiche, diciamo che "nigger" e "niggaz" e tutte le variazioni relative, da un punto di vista diacronico nascono come "invenzioni" dei negri deportati negli states, entro quel confine linguistico nero definito da allora black vernacular english.

Ovviamente il termine negro preesiste e, come hai anticipato, è chiara invenzione dell'uomo bianco e "civilizzato" (ah, la beltade della civiltà...), ma si segnalano differenze per:
-le intenzioni, gli usi: dispregiativi, in genere, o, come dici tu, classisti e/o classificatori
-la phonia e relativa grafia: fu moor inizialmente, poi negro o negroe.

Negroe/negro, in particolare, era usato per gli schiavi. Nigger allora è un esempio di social linguistic shifting, ancora meglio un caso di mutuazione: io soggetto nero appartenente ad una comunità di neri m'impossesso del termine dispregiativo che i bianchi mi hanno affibiato e voglio ch'esso ora mi identifichi quale nero tra i fratelli neri. Lo sappiamo io e miei fratelli e ai bianchi non è permesso utilizzarlo a questo scopo (come si nota, sto diventando narratore onnisciente).

Ora, mi riallaccio nuovamente alle tue parole, il vero problema risiede proprio nel chi dice cosa e a chi e soprattutto con quale intenzione (politica? Xenofoba?). Sul fatto che ci sia il povero negro (sono sempre più politically correct) che non vuole essere chiamato negro sono d'accordo; anzi, direi che è evidente.

"Nigger's values are shiftable, suitable for many purposes" American Language, nota rivista del settore.
Perchè, diciamocelo, vuoi che non abbia copiaincollato tutta sta sintesi? Siamo onesti. E furbi.


E qui intervengo io: 50'cent non so chi diamine sia, o meglio ho proprio presente e faccio finta di niente. Già più orientato sui Public E. se proprio, ma figurati che faccio fatica a digerire il dub e relative sfumature rap. Si fa prima a dire che non è proprio robbba mia, diciamo così. Perchè, se non si è capito, a noi glam rockers voi bboy ce fate na pippa (infame tentativo di dare un seguito alla querelle Mac-Pc).

Però rispetto, anzi respect, perchè la musica rappata o hiphoppata fa ballare le pheeghe sempre e ovunque. Pazzesco: qual è il segreto? Diccelo, diccelo!

 

At 1:04 PM, Blogger il Valery

Che devo dire,B1,evidentemente ci sono Eri Botta ed Eri Botta... Il mio ha avuto un discreto successo,soprattutto grazie alla toga.

 

At 10:45 PM, Anonymous Anonimo

Ok.
Nudo sotto, right?