Attualmente è impegnata in uno stage presso la nota maison di cui sopra. Se non avete mai sentito parlare di BV non è grave. Il 40 per cento delle persone intervistate ritiene si tratti di una rinomata enoteca (veneto = non solo bestemmie ma anche vino), l'altro 20% l'associa a prodotti per il benessere del corpo (confondendola con Bottega Verde) e la restante quota si dichiara contenta che le vecchie botteghe artigiane di un tempo non siano scomparse sotto il peso soverchiante delle multinazionali.
BV è invece parte di una multinazionale, la PPR (Pinault-Printemps-Redoute), la stessa che detiene Gucci, Sergio Rossi, e altre griffes, più il nostro celebre Palazzo Grassi.
Tornando a noi. Quello di C. è un lavoro impegnativo, la assorbe molto, però è contenta (e io con lei). In fondo, lavorare nel settore della moda era l'obiettivo intorno al quale ha costruito i suoi studi e finalmente la meta comincia a delinearsi.
Nuovo lavoro, nuovi amisci e amiche con cui condividere l'emozionante giornata sul desk.
Le colleghe, appunto. La circostanza che si tratti di un manipolo di attention whore dedite alla ninfomania non mi turba in modo significativo. Anzi (direbbe il valery, frizionandosi le mani).
Quando non si parla di maschioni dal muscolo disegnato e adamantino si finisce per discettare inesorabilmente di shopping e affini. Fisiologico no? Siamo in un'azienda di moda popolata perlopiù da donne e maschietti diversamente sensibili. Mi stupirei se parlassero di infissi o di hedge fund.
Il problema è che in certe occasioni si raggiungono livelli parossistici.
Gli escamotage sono i soliti: una sfilata, l'uscita di un nuovo accessorio, un FILM. E sia baillame di commenti e osservazioni pseudo tecniche su questo o quell'altro capo, su quanto mi starebbe bene peccato costi solo 8900 euro e via dicendo. Il problema è che in questi casi trova applicazione il celebre assioma: in un gruppo di N donne, l'intelligenza media tenderà inevitabilmente ad appiattirsi sul livello della più stupida, con comprensibili esiti sul livello delle conversazioni.
All'ordine del giorno dell'ultima settimana c'era il film Il Diavolo veste Prada.
Ho capito dopo pochi scambi di battute che C. era rimasta vittima del terrorismo psicologico delle colleghe. Non che lei non lo aspettasse con una certa brama eh, però l'ambiente circostante ha dato sicuramente il colpo definitivo. Generalmente quando mi chiede di accompagnarla a vedere film di questo tenore (cui aggiungerei le varie commedie cariche di melassa) prendo tempo, cerco di trovare un diversivo, organizzando la serata in modo alternativo ma altrettanto piacevole per lei (non so le cucino qualcosa, propongo maratone d'ammmore et similia). L'obiettivo è procastinare la visione almeno fino all'uscita del dvd, al quale è statisticamente provato non riesco a sfuggire.
"Non si parla d'altro in ufficio, devo andare a vederlo!". Ok, non è certo la prima volta che mi reco al cinema senza troppa convinzione. Però la causa è nobile. Un sorriso della tua ragazza, penso, è ben più gratificante di un plot sciatto e prevedibile.
Il film tutto sommato è piacevole, sicuramente ben confezionato con alcuni momenti di sano divertimento. Però la storia, come dicevo, è fin troppo lineare e e prevedibile. Si avverte sempre l'irritante sensazione di sapere cosa succede nella scena successiva. Presente anche il classico e mellifluo happy ending hollywoodiano. Insomma ci sono tutti gli ingredienti di una commedia di facile impatto senza troppe pretese.
Benchè rifiutassi aprioristicamente qualsivoglia coinvolgimento emotivo, mi sono invece trovato ad empatizzare, non senza prodigarmi in poderosi scongiuri, con il fidanzato della protagonista.
Costui viene infatti piantato in asso dalla protagonista che alla sua compagnia preferisce/sceglie quella della sua onnipotente direttrice (una convincente e diabolica Meryl Streep).
Esco scosso dal cinema con C. che mi deride e inneggia al film dell'autunno.
Ho solo voglia di film grezzi e violenti ora, non so tipo Miami Vice..
Ah, ho visto anche My Father. Un macigno per quanto riguarda il tema trattato, ma ben realizzato nel complesso.
At 9:39 PM,
no no ti sbagli..la tua storia è lineare è prevedibile.in verità il succo del blog è VOLEVO VEDERE IL DIAVOLO VESTE PRADA ma mi vergogno a dirlo in giro come una fottuta checca.Allora costruisco un post in cui giustifico il mio femmineo volere.Ehi amico queste sono balle cretive.Ho un master nel campo.
P.s. Di la verità sei anchè tu una sciocca fashion victim
P.p.s Io conosco bottega veneta funziona da dio con le fighe..No sai da donna a me piace molto bottega veneta..(ma dai conosci????etc)
QUALCUNO HA TROVATO L'USCITA?
Hai fiutato lo sgamo butel2 (slang della piazza).
Sei nel giusto: io sono una fottuta fashion victim e ho una terribile inclinazione alla frociaggine che cerco di sublimare circondandomi da gente glam e (possibilmente) lettrice di vogue.
Devo confessarti che, durante la proiezione, alla vista delle prime Jimmy Choo mi sono bagnato.
Sicuro mi comprenderai ti porgo cordiali saluti
Ah, se ti impegoli in qualche cadeau di bv fammi sapere. Posso intercedere per un (se pur irrilevante) sconto.