Tempo fa la mia attenzione fu catalizzata da un articolo, comparso su Repubblica, relativo alla spaccatura che si starebbe consumando tra i ranghi del partito leghista. Più in particolare il giornalista rivolgeva le sue attenzioni al versante veneto, descritto in stato di vibrante agitazione. Per chi non ne fosse al corrente, il Veneto dà cittadinanza ad una galassia di movimenti più o meno indipendentisti: Liga Fronte Veneto, Progetto Nordest (del grottesco Panto) e via dicendo. Alcuni di questi si sono in passato fusi con la lega nord, altri corrono da soli, altri ancora hanno trovato asilo tra le sponde dell'Unione.
Tra chi corre con il carroccio si è diffuso un certo malumore. C' è sfiducia e rabbia verso i colonelli lombardi
Si caro mio beiiiiiii tuto quel che i dixe, i stà al governo par sinque ani sensa combinar un caxo, i fa na riforma che porta competense a roma e che raforsa el potere delo stato, e adeso se no la pasa i minacia toni e fulmini........
mi son proprio scorajà.. ma come feto a credarghe ancora?
Sinteticamente: i leghisti veneti si sentono traditi, traditi dal cambio di rotta del vertice lombardo, a loro avviso appiattitosi sulle posizioni di "palazzo" degli alleati.
La base veneta dice no a questo scempio, rinnega l'abominio che stanno compiendo i colleghi lombardi e manifesta il suo compatto dissenso attraverso un forum: Raixe Venete, vero e proprio compendio del dissapore dei nostri.
La scoperta di questa folkloristica community ha provocato in me spasmi di intenso piacere, al punto tale che il mio trashometro ha sfiorato l'implosione. Siccome ho maturato, in questi anni di intenso surfing, una speciale inclinazione verso tutto ciò che è kitsch ed ultratrash mi sono tuffato a piedi pari nei meandri di questo forum. Gli amici veneti, devo confessarlo, mi hanno regalato attimi di estatica ilarità, scalando prepotentemente la mia personal funny list (che un giorno stilerò).
Non senza imbattermi in singolari sorprese. Quello che doveva essere, secondo una mia errata pre-convinzione, un fronte di rivolta unito si è in realtà dimostrato un caleidoscopio di posizioni talvolta palesemente antipodiche.
Essenzialmente tra gli scissionisti veneti spiccano due orientamenti contrapposti. Da un lato vi è chi sostiene (posizione di nicchia) che il cambiamento debba scaturire dai tradizionali canali istituzionali nel pieno ossequio delle regole già esistenti
Varda che la tò libartà la finise andoe scominsia la mia e viceveresa e ghe vol dele regole che stabilise stì confini, varda che il libaro marcà sensa regole el porta drito al monopolio, questi xè elementi de economia che tuti conose..... El libarismo xè fato da na miriade de regole, prima, fra tuto, l'antitrust (sottolinerei la perfetta padronanza di più idiomi)!
Del resto come non eccepire che
Se me mojer la me tradise no vol dir che l'istitusion del matrimonio la xè sbajà, ma che go spoxà na dona infedele...
Se i partii che ne dovea salvar i ne ga tradìo vol dir che i jera dixonesti, adeso ghe sarea bisojo de un partìo politcamente onesto che porta avanti le nostre questioni.....
Le solusioni, alora, i è coàtro:
- se fa ‘n partito e se se fa elexar;
- se se fa elexar ‘fà polédeghi en te on partito ke exìste xà;
- se buta xò el sistema eletoral co la forsa;
- se créa na serie de moviménti de piniòn permanenti, so le varie istanse fondamentali par la nostra tèra, ke i gabia el poder de influensar el popolo votante ( e donca en maniera endireta i polédeghi).
De le coàtro solusioni mi vedo praticabile solo ke l’oltima.
Purtroppo però costoro, che rifuggono dall'imbracciare il fucile e scendere in piazza con un tank impolverato, rappresentano una sparuta minoranza, delle mosche bianche rispetto al trend forcaiolo e giacobino della restante utenza. Sull'altro lato ci sono infatti animi roventi pronti a scagliarsi orgogliosamente contro il sistema, arrovelandosi sulla scelta del metodo migliore per destabilizzare il nostro Paese. Accanto ad un senso di diffusa sfiducia nello strumento-partito
a go vota LFV (Liga Fronte Veneto Nda) ma dopo quando i se ga mesi co £a banda del mortade£a £o go visudo come on grandisimo tradimento.
Se pensémo de rivàr a l’endependensa, a l’autonomia, e v.c., co l’opsion eletoral, fémo come ke i do ke i spetava “Godot” e fin ke i spetava ono ke no rivava mai (e ke no‘l è mai rivà) de boto i se scortelàva. (la fusion tra la rustichezza del dialetto veneto e la nobile citazione non può lasciare indifferenti)
si staglia un fermo rifiuto della propria cittadinanza (cosa non nuova peraltro per i leghisti ma mai giunta a simili livelli). le premesse del resto sono incoraggianti
Premeto ke mi non voto parke' non son 'tajan, ansi son un extracomunitario Veneto
preludio ad un momento di trasporto epico
El sogno savemo kual kel xe: tornar SERENISIMA REPUBLIKA VENETA za dal 1866. E VER INDRIO TUTO, kome vol i savoja e se lo vol lori poko de bon... nialtri mejio. O no..?
Mi son jiovane ma voio che quando morirò (se spera el pì tardi posibi£e) sui me documenti ghe sia scrito nato in Talja morto in Serenisima Republica de Venesia
Orsù lasciamoci alle spalle questi sentimentalismi, a noi leghisti piace essere pragmatici, è quel pragmatismo ruvido e bucolico che tanto ci connota.
Vedito come te rajoni da 'tajan ..nialtri no gavemo da portar caxa el federalismo, ma gavemo da portar caxa l'autodeterminasion, i nostri diriti e prerogative de popolo le xè tanto difarenti dal resto dela penixola..... aleadi par verghé più forsa e far fronte comune va ben .. ma fondarse mai!!!
Per chiudere in un crescendo di inusitata violenza verbale, staffilate poderose espressione di un cielodurismo ormai a livelli siderali. Il vernacolo locale fino a quel momento ancora (semi)comprensibile si fa coacervo di simboli e frasi scomposte, la consecutio va serenamente a mignotte (non che prima frequentasse altri lidi eh), l'autore del post raggiunge il nirvana della mente e diviene preda di un delirio di onnipotenza
Tajando £a testa al toro: 1) fin ke se kontinua a rajonar in termini " TALJANI " no se riva da nisuna parte prasiò kogna rajonare in termini <> e i termini veneti no vo£e pì el stato taljan socia£istego demokratego parkè i gà tokà ko man ke i NO PRODUTORI DE RIKETHA i xe drio MAGNARE I PRODUTORI DE RIKETHA e ki eli i <> se no i po£edeghi e i so lakè servi de el kulturame socia£istego demokratego??? 2) Kofà senpre ghe xe na sielta da fare: esare veneti o esare taljani e no xe pì el tenpo de el <> ma de el <>
KONTRORIVO£UTHION
At 3:44 PM,
At 11:03 PM,
At 11:06 AM,
At 11:34 AM,
At 11:39 AM,
At 11:48 AM,
At 12:20 PM,
Dalle le righe del suo 'pezzo' emerge la sua personalita'di intellettualucolo sinistrorso e presuntuoso. Dall'alto della loro storia millenaria i veneti la guadano e la compatiscono. Lei, lo si capisce, veneto non e'. Tiro a indovinare: lei e' figlio di un qualche burocrate meridionale e si bea di credere alla storiella del 'Risorgimento'. Un racconto retorico e bugiardo come il Libro Cuore. Un' epica che sa di polvere, muffa e menzogne. La invito a dedicare qulache ora alla storia del Paese in cui vive: la Venezia. W San Marco!!
Per ora la palma del miglior commento va a quello della sodomia, subito seguito dalle non ben precisate minacce di ritorsione.
Fatemi un favore però firmatevi, l'anonimato mi irrita e vi squalifica.
Anche voi però fate di tutta l'erba un fascio, volevo solo dire che le vostre idee politiche (non culturali linguistiche eh) sono un po' demodè.
Se vi dico che sono veneto vi arrabbiate?
At 7:19 PM,
No, non ci arrabbiamo, anzi direi che, posto che lei lo sia veramente, dimostra di essere non dissimile dai vari dementi Veneti che hanno onorato il suo blog e che tanto lo pubblicizzano con link reiterati dai quoting sul forum di Raixe.
Solo un poco più acculturato, forse qulche scappellotto o soldino in più dal babbo per poter studiare sintassi e grammatica.
Ma si guardi bene dal deridere l'esigenza di Giustizia e di sana Amministrazione che è il vero dato di fatto emergente dai movimenti indipendentisti e che in Raixe Venete ha cominciato ad annusare una via di liberazione dalla demagogia e dalla sudditanza.
Non sudditanza allo Stato Italiano, che è una entità obiettivamente decaduta dalla dignità intrinseca di Stato, ma alla mala amministrazione, alla corruzione, alla farsa delinquenziale dei partiti.
Giustamente una Guardia Veneta, al mio primo incontro con questa realtà, mi fece osservare: "Te vedi, el problema dei Veneti, sé che sé più fassie farghe entrar calcossa in culo che in testa" (sic).
Ma il corollario che mi permetto di ricavarne è che, una volta che i Veneti in testa una cosa se la sono fatta entrare, non li ferma nessuno. I Romani stessi li preferirono alleati che sottomessi.
Quindi chi continui a promuovere la loro ignoranza, e a raggirarli con astuzie di linguaggio non farà che prepararsi domani un nemico più insensato e bieco.
Le sfuggono almeno un paio di dettagli gentile Sartory, che mi distinguono dai primati che hanno lordato il mio blog (eccezion fatta per l'anonimo di vladimir luxuria, il mio preferito).
Gli intelligenti possono permettersi di fare gli imbecilli, gli imbecilli, per contro, non possono permettersi il contrario. Raixe, e divento tedioso e ripetitivo, è stato solo il divertissement di qualche ora.
Tutte le vostre iniziative (la lingua veneta la kontrorivolusion i moti indipendentisti) sì sono lodevoli ma non m'appassionano in tutta franchezza. Ne partecipano delle caratteristiche che nella personale scala di valori le eleverebbero a "argomento degno di interesse ed approfondimento". Nemmeno i suoi toni apocalittici in realtà riescono a smuovermi. Non so l'idea di un esercito veneto che mette a ferro e fuoco il Paese mi pare buona forse per un film.
Cosa penso di tutto ciò dopo essermi fatto qualche grassa risata? Mi autocito usque ad noiam: inseguite un'utopia, vi manca quella che noi giuristi definiamo "aderenza alla realta sociale". Non è una magheggio retorico, è una critica di merito.
Non avrei nessuna difficoltà a smontare nel merito le tesi contenute nei pezzi da me citati, solo penso non ne valga la pena. Parlano da sole.
Sono figlio della globalizzazione mi deve perdonare, abitutato a relazionarmi con ciò che mi circonda con una mentalità diciamo open minded (mi capisce sartory) proiettata verso il nuovo, verso il transnazionale.
Considero provincialotto il nostro Paese, s'immagini l'idea che posso avere di questi movimenti..
Sulla degenerazione del sistema partitico italiano se ne può discutere, ma non tiriamo per la giacchetta l'idea di giustizia per carità (almeno quella con G maiuscola)
Hey il mio babbo non mi ha mai picchiato. Ora che ci penso non ho mai avuto un babbo, sono stato adottato da una coppia di lesbiche. È tutta colpa loro.
At 11:25 PM,
Certo anche a me capita che qualcosa sfugga, ma non è così frequente, men che meno i dettagli.
La superficialità e la supponenza sono un problema per l'intelligenza: così capita che uno pensi di sfoggiare un brocardo e tiri invece fuori un cardo.
"Noia -ae" non mi risulta essere parola latina, e certo coniugarla all'accusativo e affiancarla a un avverbio con preposizione non la fà ammettere in quel lessico, che del resto non ne abbisogna, disponendo già l'idioma di vari lemmi, per rendere il concetto: "taedium", "fastidium", "satietas"...
Da questa necessità di forgiare neologismi in una lingua morta, mi pare si possa appunto ravvisare una delle sue contiguità al "trash ultrakitsch" della demenza veneta che le segnalavo nel mio post precedente.
Anche il suo definirsi "giurista" in una Nazione che ha ormai smarrito tanto il concetto di Stato che quello di Legge sembra appartenere a questo deprecabile gusto moderno.
Tanto per chiarire che ai dettagli io ci bado assai. Non per nulla sono stato orafo e sono oggi un informatico.
Lei si dichiara figlio della globalizzazione, io invece, un poco per via della mia età e della mia professione di artista, un poco in quanto veneziano, della globalizzazione mi considero più uno dei padri.
Come tale sono consapevole di alcuni pericoli anche gravi che questo fenomeno, come tutti i salti evolutivi, comporta per lo sviluppo dell'Umanità. Uno di questi è la "perdita di varietà" e la connessa "iperspecializzazione". La paleontologia e la zoologia insegnano che questi specifici effetti collaterali possono condurre a estinzione intere specie.
Se lei vivesse in una città come la mia, e la vedesse disgregarsi a vista d'occhio, forse i toni apocalittici non le sembrerebbero poi così inopportuni.
Quanto all'intelligenza, lei non ritiene che questo dono comporti responsabilità? Un imbecille è solo parzialmente reponsabile del proprio stato, mentre una persona intelligente che a tale stato abbassi la visiera del proprio intelletto mi appare assai riprovevole.
Ma certo tale obnubilamento può risultar comodo quando si intenda sostenere la discutibilità della degenerazione partitica. O quando si intenda vestir di giacchetta un Ideale quale la Giustizia.
Lei deride un ipotetico esercito veneto armato di tubi di stufa impolverati, ma in questo dimentica i suoi propri assunti, ovvero che il mondo va verso rinnovamenti sempre più veloci, e che i Veneti hanno compiuto il salto da una economia contadina piuttosto povera a una ad altissima industrializzazione in meno di mezzo secolo.
Non si diletti quindi nell'imbecillità. Se l'inconsueta famiglia che mi ha esposto è tuttavia riuscita a trasmetterle doni d'intelletto, non li avvilisca.
Umberto mi dia pure del tu en passant.
La tranquillizzo: nella vita reale sono una persona dallo spiccato senso di responsabilità e forse a tratti mi prendo pure troppo sul serio. Questo blog è solo il mio piccolo parco giochi. Lei è un artista e mi può capire, quando il super io allenta le sue maglie l'ego esce in tutto il suo fervore e ha bisogno di tradursi in qualcosa. Nel mio caso questi scritti.
Ciò non significa che questi miei pezzi siano dominati da irrazionalità o illogicismo. La logica c'è, va solo trovata, magari sfrondando l'opera dai suoi ricami (nel mio caso linguistici).
Forse sottovaluto lo strumento che ho in mano, è vero. E il suo destinarsi potenzialmente ad un uditorio sconfinato. Ma come vede non ho molto seguito e per ora mi permetto di essere un poco irresponsabile.
In ogni caso rispetto le sue posizioni. La pensiamo diversamente è innegabile, ma quantomeno lei articola il suo pensiero in modo sensato e coerente.
La metto in guardia da due cose se mi permette.
1 non cada nella facile equazione globalizzazione = standardizzazione. non sempre è così.
2 il legislatore non ha smarrito il concetto di legge. Non sarei così catastrofico. Diciamo che sulla sua via incontra talvolta dei banchi di nebbia ecco.
In ogni caso spero che il giorno dell'insurrezione veneta sia il più lontano possibile, anche perchè come avrà notato sono uno dei primi della lista.E finire bruciato in piazza bra non è la mia massima aspirazione.
Magari chiedo asilo a lei in laguna.
ps: avrei voluto rivendicare la paternità di quel neologismo (che trovo grazioso), ma non posso. Il mio professore di diritto romano se ne risentirebbe (questa è una storia vera).
At 1:10 AM,
Il guaio con i Popoli dormienti è che spesso (almeno a dar retta alla Storia) quando si svegliano ( prima o poi di solito lo fanno) sono di pessimo umore.
E un Popolo di pessimo umore è un fenomeno molto sgradevole per qualsiasi tipo di società civile. Figuriamoci per una oramai tribalizzata e imbarbarita come quella italiana.
Quanto infatti allo smarrimento del concetto di Legge, nella fattispecie in un Diritto derivato da quello Romano, che come Lei sa si fonda sulla propria "certezza", vorrebbe per cortesia fornirmi il numero esatto delle leggi vigenti in Italia?
Forse Lei ritiene di potermi illuminare in merito, dove già non sono riusciti alcuni miei conoscenti professionisti del ramo in varia funzione?
È domanda retorica e demolitrice, naturalmente, dal momento che sono perfettamente al corrente che tale informazione può essere ricavata solo con blanda approssimazione da un calcolo frattale tanto complesso quanto inutile ai fini ultimi della Legge e del Diritto.
Una "zona di soluzione" che contempla scarto nel risultato sull'ordine delle migliaia, conviene?
Assai meglio sarebbe stato che il Diritto Italiano si fosse costituito sui fondamenti pragmatici di quello elaborato dalla Serenissima Repubblica di Venezia, come è avvenuto per il Diritto Anglosassone, ma tant'è.
Mi dica lei se può essere considerato congruente il precetto di "certezza del Diritto" con l'impossibilità di accertare il numero delle sue norme.
Da informatico le dico che questo bug in classe astratta manda inequivocabilmente in crash il sistema, che in effetti palesemente dimostra stati di "guru meditation" tali da provocare, se non fosse in forse la sorte di intere civiltà, accessi di irriverente ilarità.
Si chiederà come mai io la abbia inseguita in questo suo nido ludico con tanta pertinacia e pedanteria.
Il fatto è che non sopporto chi, armato, aggredisce e dileggia gli inermi, soprattutto quando questi inermi sono Veneti. Un Popolo al quale in parte sento di appartenere e che amo. Un Popolo che è attualmente la principale fonte di sostentamento di quel che resta della Res Publica Italiana, e che per la propria mitezza e operosità viene sfruttato e deriso già più che a sufficienza.
Dai suoi studi classici affiora forse qualcosa in merito alla collera dei miti?
Accetterei volentieri il tu che mi offre in occasione di un improbabile incontro personale, ma la lunga dimestichezza con la comunicazione telematica mi consiglia il mantenere un livello di distacco impersonale. La ringrazio, comunque.
Già. Lei mette il dito nella piaga. Il nostro panorama legislativo è cervellotico e letteralmente imbizzarito, come negarlo. Manca specialmente negli ultimi anni un disegno legiferativo coeso e armonioso, sarebbe sciocco sostenere il contrario.
Ma da qui a mandare in crash l'intero edificio giuridico credo che debba passare ancora molto tempo. Le basti osservare la nostra costituzione che, sebbene anagraficamente non più giovanissima, ancora conserva attualità e vigore.
Insomma accantonerei questo pessisimo cosmico che contraddistingue la sua visione delle faccende istituzionali.
Ed eviterei di volgere lo sguardo oltremanica, ove il diritto è ancora più episodico e torrentizio rispetto alla nostra famiglia di derivazione romanistica. Gli inglesi saranno anche pragmatici ma manca loro la pietra angolare della certezza del diritto: la codificazione.
Ma non la tedio oltremodo con questi vaniloqui giuscomparatistici.
Piuttosto mi complimento per i suoi lavori, specialmente le nebulose.
Se passo in laguna, sotto falso nome ovviamente, verrò a salutarla.
At 5:03 PM,